L'ego coach

 

L'ego coach

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Avete mai notato quel coach che sembra più interessato a dimostrare quanto sia bravo piuttosto che a far progredire i propri atleti? Quello che interrompe continuamente la spiegazione di un movimento per raccontare della volta in cui ha stabilito il suo personal record? O quello che trasforma ogni dimostrazione in una performance per impressionare, invece che in un momento educativo? Se state annuendo, probabilmente avete incontrato un "ego-coach" e forse, in alcuni momenti, lo siete stati anche voi.

Il fenomeno dell'ego-coaching è più diffuso di quanto pensiamo nel mondo del fitness e del CrossFit. Non è solo una questione di vanità personale, ma un problema sistemico che può seriamente compromettere la qualità del servizio che offrite, la sicurezza dei vostri clienti e, in ultima analisi, il successo del vostro box. Oggi esploreremo questo tema delicato ma cruciale, analizzando come riconoscere quando il vostro ego sta prendendo il sopravvento e soprattutto, come riportare il focus dove dovrebbe essere: sul progresso e il benessere dei vostri clienti.

L'anatomia dell'ego-coach

Prima di addentrarci nella soluzione, è fondamentale comprendere il problema. L'ego-coaching non è semplicemente una questione di arroganza o presunzione. È una dinamica complessa che spesso nasce da insicurezze profonde e dal bisogno di validazione esterna. Molti coach entrano in questo settore per passione autentica, ma lungo il percorso possono sviluppare la necessità di dimostrare costantemente il proprio valore, a se stessi e agli altri.

Durante la mia carriera ho osservato questo comportamento manifestarsi in molteplici forme. C'è il coach che deve sempre eseguire l'esercizio meglio dei suoi atleti. Il coach che parla costantemente dei propri risultati o che monopolizza la conversazione con aneddoti personali. Il coach che si concentra prevalentemente sugli atleti più forti o più talentuosi, quelli che potrebbero "fargli fare bella figura". Il coach che dispensa consigli non richiesti o inappropriati solo per dimostrare la propria conoscenza. Il coach che si sente minacciato da chi fa domande o mette in discussione i suoi metodi.

Questi comportamenti possono sembrare innocui o addirittura motivazionali in superficie, ma tendono a creare un ambiente in cui il focus si sposta dal cliente al coach. È come se il palcoscenico, che dovrebbe appartenere all'atleta in fase di apprendimento, venisse costantemente rubato dal professionista che dovrebbe invece rimanere dietro le quinte, pronto a supportare.

I segnali di allarme che dovreste riconoscere

La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento. Ecco alcuni segnali che potrebbero indicare che il vostro ego sta interferendo con la vostra efficacia come coach o con quella del vostro team di allenatori.

Vi sentite irritati quando un cliente non segue esattamente il vostro consiglio o quando sceglie di lavorare con un altro coach del vostro staff? Provate fastidio quando qualcuno mette in discussione i vostri metodi o le vostre decisioni? Vi trovate a pensare più alla vostra reputazione che ai progressi dei vostri clienti? Vi concentrate prevalentemente sugli atleti che possono "farvi fare bella figura" sui social o nelle competizioni? Sentite il bisogno di dimostrare costantemente quanto siete bravi, forti o knowledgeable?

Un altro segnale importante è l'incapacità di ammettere i propri errori o di dire "non lo so". I migliori coach che ho conosciuto sono anche quelli più umili, sempre pronti ad ammettere i propri limiti e a cercare continuamente di espandere le proprie conoscenze. L'ego-coach, al contrario, vede nell'ammissione di un'incertezza o di un errore una minaccia alla propria autorità.

Nella gestione quotidiana del box, questi comportamenti si traducono spesso in decisioni che privilegiano l'immagine a breve termine invece del valore a lungo termine. Per esempio, potrebbe manifestarsi nella scelta di programmazioni che sembrano impressionanti sui social ma non sono realmente efficaci per la maggioranza dei vostri clienti, o nell'investire risorse in attrezzature all'avanguardia anziché nella formazione continua dello staff.

L'impatto dell'ego-coaching sui vostri clienti e sul vostro business

Le conseguenze dell'ego-coaching si estendono ben oltre il piano personale, influenzando negativamente tanto l'esperienza dei clienti quanto la salute del vostro business. Quando il coach è troppo concentrato sulla propria performance o immagine, i clienti percepiscono rapidamente questa disconnessione. Si sentono invisibili, non ascoltati, meri strumenti attraverso cui il coach può dimostrare la propria bravura.

Questa dinamica compromette la fiducia, elemento fondamentale in qualsiasi relazione coach-cliente. I clienti che non si sentono veramente visti e supportati difficilmente rimarranno fedeli al vostro box a lungo termine. Inoltre, in un ambiente dove l'ego del coach domina, i clienti tendono a sviluppare aspettative irrealistiche o a spingersi oltre i propri limiti per compiacere il coach, aumentando significativamente il rischio di infortuni.

Dal punto di vista del business, l'impatto è altrettanto significativo. Un elevato turnover di clienti, recensioni negative, un'atmosfera tossica all'interno del box e una reputazione compromessa sono solo alcune delle possibili conseguenze. Nel mercato attuale, sempre più saturo e competitivo, i clienti hanno innumerevoli opzioni tra cui scegliere e la qualità dell'esperienza che offrite è il vostro principale vantaggio competitivo.

Ho visto box con coach tecnicamente eccellenti ma emotivamente disconnessi perdere progressivamente terreno rispetto a strutture con coach forse meno "impressionanti" ma genuinamente dediti al successo dei propri clienti. La verità è che le persone possono dimenticare ciò che avete insegnato loro, ma raramente dimenticano come le avete fatte sentire.

L'origine dell'ego-coaching e perché è così diffuso

Per affrontare efficacemente il problema, è essenziale comprenderne le radici. L'ego-coaching non nasce nel vuoto, ma è spesso il risultato di una complessa interazione tra fattori personali, culturali e strutturali dell'industria stessa.

A livello personale, molti coach provengono da background atletici o competitivi, ambienti dove l'ego e la ricerca della prestazione sono spesso celebrati e incoraggiati. La transizione dal ruolo di atleta a quello di coach non è sempre accompagnata da un adeguato riadattamento della mentalità. Si passa dall'essere al centro dell'attenzione all'essere facilitatori del successo altrui, un cambio di prospettiva che richiede una maturità emotiva non sempre facile da sviluppare.

La cultura del fitness, specialmente sui social media, amplifica questa dinamica. L'esposizione costante a immagini di "super coach" che eseguono movimenti complessi, mostrano fisici scolpiti o vantano atleti di elite può creare una pressione implicita a conformarsi a questi standard per essere considerati credibili o di successo. Questa pressione può portare anche i coach più dedicati a perdere di vista ciò che realmente conta: l'impatto positivo che hanno sui loro clienti, indipendentemente da quanto sia "instagrammabile".

Inoltre, l'industria del fitness tende a premiare visibilmente i traguardi fisici e le prestazioni straordinarie, mentre il paziente lavoro di supporto, adattamento e personalizzazione che costituisce il cuore di un coaching efficace rimane spesso invisibile e non celebrato. In un contesto simile, è comprensibile che alcuni coach cerchino validazione attraverso dimostrazioni esteriori di competenza o autorità.

La buona notizia è che riconoscere queste dinamiche è già un passo significativo verso il loro superamento. Comprendere che l'ego-coaching non è semplicemente una scelta individuale ma una risposta a pressioni sistemiche più ampie può aiutarvi a sviluppare maggiore compassione verso voi stessi e i vostri colleghi, creando le condizioni per un cambiamento autentico e duraturo.

Il passaggio dall'ego-coaching al service-coaching

La transizione dall'ego-coaching a quello che potremmo definire "service-coaching" non avviene dall'oggi al domani. È un processo graduale che richiede consapevolezza, impegno e pratica costante. Ecco alcune strategie concrete che potete implementare per iniziare questo percorso trasformativo.

Iniziate con un sincero esame di coscienza. Prendetevi il tempo di riflettere onestamente sulle vostre motivazioni come coach. Cosa vi spinge realmente? Cosa cercate di ottenere attraverso il vostro lavoro? Quali sono i vostri trigger emotivi quando interagite con i clienti? Questa autoanalisi può essere scomoda ma è essenziale per identificare le aree in cui il vostro ego potrebbe influenzare negativamente il vostro coaching.

Adottate una mentalità di crescita continua. Invece di vedere le domande o i feedback dei clienti come sfide alla vostra autorità, reinterpretateli come opportunità di apprendimento e miglioramento. Celebrate quando un cliente raggiunge un obiettivo grazie al vostro supporto, non quando esegue perfettamente il programma che avete prescritto. La differenza è sottile ma fondamentale.

Sviluppate la pratica dell'ascolto attivo. Molti ego-coach parlano più di quanto ascoltino. Invertite questa tendenza facendo domande aperte, dando spazio ai vostri clienti di esprimere pienamente le loro esperienze e preoccupazioni, e resistendo all'impulso di interrompere o offrire soluzioni immediate. A volte il miglior coaching avviene quando create lo spazio perché il cliente arrivi autonomamente alle proprie conclusioni.

Personalizzate veramente. Un approccio standard può sembrare efficiente ma raramente tiene conto della meravigliosa complessità e unicità di ogni individuo. Prendete il tempo necessario per comprendere veramente le esigenze, gli obiettivi, le limitazioni e le circostanze di vita di ciascun cliente. Questo non solo migliorerà i risultati ma comunicherà un messaggio potente: "Ti vedo come persona, non come semplice numero o corpo da allenare".

Infine, circondatevi di coach e mentor che incarnano il tipo di professionista che aspirate a diventare. L'apprendimento attraverso l'esempio è potentissimo e l'esposizione a modelli positivi di coaching centrato sul servizio può accelerare significativamente la vostra crescita.

Implementare una cultura anti-ego nel vostro box

Come proprietari o manager di un box CrossFit, avete la responsabilità e l'opportunità di plasmare attivamente la cultura del vostro ambiente. Creare uno spazio dove l'ego-coaching non trova terreno fertile richiede un approccio sistematico e coerente.

Iniziate stabilendo valori chiari e non negoziabili per il vostro team. Il service-coaching dovrebbe essere esplicitamente identificato come pilastro fondamentale della vostra filosofia. Questi valori non dovrebbero rimanere parole vuote su un manifesto appeso alla parete, ma informare concretamente ogni aspetto delle vostre operazioni quotidiane, dalle interazioni con i clienti alle riunioni di staff.

Revisionate i vostri processi di selezione e formazione. Quali qualità state veramente cercando quando assumete nuovi coach? L'eccellenza tecnica è sicuramente importante, ma l'umiltà, l'empatia e la capacità di connettersi autenticamente con persone diverse sono altrettanto cruciali. Una volta assunti, come formate i vostri coach? Oltre alle competenze tecniche, dedicate tempo ed energie sufficienti a sviluppare le loro abilità relazionali e la loro intelligenza emotiva?

Considerate attentamente i comportamenti che, implicitamente o esplicitamente, state premiando. Celebrate pubblicamente non solo i risultati atletici straordinari ma anche i piccoli progressi quotidiani, gli atti di supporto reciproco tra membri, i feedback positivi dei clienti. Riconoscete i coach che eccellono nel creare esperienze personalizzate e nel fare sentire ogni cliente importante, indipendentemente dal suo livello di fitness o abilità.

Create canali sicuri per il feedback, sia dai clienti verso i coach che viceversa. Un ambiente dove il feedback costruttivo è normalizzato e visto come strumento di crescita piuttosto che come critica personale è un potente antidoto all'ego-coaching. Assicuratevi che tutti, dai clienti più nuovi ai coach più esperti, si sentano autorizzati a condividere le proprie osservazioni e preoccupazioni senza timore di ripercussioni.

Infine, siate modelli del comportamento che desiderate vedere. Come leader, il vostro esempio ha un impatto incredibile sulla cultura del vostro box. Dimostrate vulnerabilità ammettendo quando non avete tutte le risposte. Chiedete aiuto quando ne avete bisogno. Celebrate autenticamente i successi del vostro team senza appropriarvene. Mettete costantemente al centro l'esperienza e il progresso dei vostri clienti, non la vostra immagine o reputazione.

Trasformare l'ego in alleato, non in nemico

Fin qui abbiamo parlato dell'ego principalmente come di un ostacolo da superare. Tuttavia, sarebbe semplicistico e potenzialmente controproducente demonizzare completamente l'ego. Una prospettiva più matura e bilanciata riconosce che l'ego, quando adeguatamente compreso e canalizzato, può diventare un potente alleato nel vostro sviluppo professionale.

Un sano senso di identità professionale e la motivazione a migliorare costantemente sono componenti essenziali di un coaching efficace. Il problema sorge quando l'ego diventa fragile, difensivo o dominante, quando la vostra autostima come coach diventa interamente dipendente dai risultati esterni o dall'approvazione altrui.

La chiave sta nel coltivare quello che potremmo chiamare un "ego maturo": una solida identità professionale che non ha bisogno di continue conferme esterne per sentirsi valida. Un coach con un ego maturo può godere genuinamente del successo dei propri clienti senza sentire il bisogno di appropriarsene. Può ricevere feedback critici vedendoli come opportunità di crescita anziché come attacchi personali. Può ammettere i propri errori senza sentire che questo comprometta il suo valore come professionista.

Sviluppare un ego maturo richiede un impegno costante nel lavoro interiore, non diversamente da come l'eccellenza atletica richiede dedizione all'allenamento fisico. Pratiche come la meditazione, la scrittura riflessiva, il feedback strutturato tra pari e, quando necessario, il supporto di un mentor o coach professionale possono essere strumenti preziosi in questo percorso.

Ricordate sempre che l'obiettivo non è eliminare completamente l'ego ma trasformarlo da padrone a servitore, da forza dominante a risorsa integrata nella vostra identità professionale più ampia. Quando riuscirete in questa transizione, scoprirete una libertà e un'efficacia nel vostro coaching che prima sembravano irraggiungibili.

L'impatto commerciale di abbandonare l'ego-coaching

Oltre ai benefici etici e professionali, abbandonare l'ego-coaching e abbracciare un approccio centrato sul cliente può avere un impatto significativo sul successo commerciale del vostro box. Nel mercato attuale, sempre più consapevole e selettivo, la qualità dell'esperienza che offrite è diventata il fattore differenziante più potente.

I clienti di oggi non cercano solo un allenamento efficace, ma un'esperienza complessiva che li faccia sentire visti, supportati e valorizzati come individui. Quando create un ambiente dove ogni persona si sente importante, indipendentemente dal suo livello di fitness o dai suoi obiettivi, state costruendo una comunità a cui le persone vogliono appartenere a lungo termine. Questo si traduce direttamente in tassi di ritenzione più elevati, uno degli indicatori più significativi della salute finanziaria di qualsiasi business nel settore del fitness.

Inoltre, i clienti che si sentono veramente supportati nel loro percorso diventano naturalmente i vostri migliori ambasciatori. Il passaparola rimane, nonostante l'avvento del marketing digitale, il canale di acquisizione più efficace e a costo zero. Quando le persone sperimentano un coaching centrato sul servizio, un approccio che mette genuinamente i loro bisogni e obiettivi al primo posto, sono molto più propense a condividere questa esperienza positiva con amici, familiari e colleghi.

Sul fronte interno, una cultura che valorizza il service-coaching crea un ambiente di lavoro più gratificante e sostenibile per il vostro team. I coach che si sentono incoraggiati a investire autenticamente nella crescita dei clienti, piuttosto che a dimostrare costantemente il proprio valore, sperimentano maggiore soddisfazione professionale e minore burnout. Questo si traduce in una squadra più stabile, coesa e performante, un altro elemento cruciale per il successo a lungo termine del vostro box.

Infine, in un'epoca di trasparenza senza precedenti, dove recensioni online e social media espongono rapidamente qualsiasi incongruenza tra ciò che promettete e ciò che realmente offrite, l'autenticità del vostro approccio è diventata una componente essenziale del vostro brand. I potenziali clienti possono facilmente percepire la differenza tra un box guidato da ego-coach e uno animato da professionisti genuinamente dedicati al servizio e al successo dei propri membri.

Il percorso dall'ego-coaching al service-coaching non è semplice né lineare. Richiede coraggio, onestà con se stessi e un impegno costante alla crescita personale oltre che professionale. Tuttavia, i benefici di questa transizione sono profondi e duraturi, tanto per voi come professionisti quanto per il vostro business e, soprattutto, per i vostri clienti.

In un settore affollato e sempre più competitivo come quello del fitness, la vostra capacità di creare connessioni autentiche e di mettere genuinamente al centro il benessere e il progresso dei vostri clienti è ciò che vi distinguerà veramente. Non è solo una questione di etica professionale, ma anche di intelligente strategia di business.

Ricordate sempre che il vostro valore come coach non è determinato da quanto siete bravi a eseguire un movimento o da quanto conoscete la teoria dell'allenamento. Il vostro vero valore risiede nell'impatto positivo che avete sulla vita delle persone che scegliete di servire. Quando fate di questo principio il fondamento del vostro approccio, scoprirete che il successo, in tutte le sue forme, seguirà naturalmente.

La prossima volta che vi trovate a un bivio, di fronte alla scelta tra brillare personalmente o illuminare il percorso per qualcun altro, ricordate che la vera grandezza nel coaching sta nella capacità di mettere da parte il proprio ego per fare spazio alla crescita altrui. È una scelta che richiede coraggio ogni giorno, ma è anche ciò che rende questa professione una delle più significative e gratificanti che si possano intraprendere.

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