Il Rowing come forma Meditazione per la HDAD. E non solo

 

Il Rowing come forma Meditazione per la HDAD. E non solo

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Ultimamente mi sto avvicinando molto alla meditazione ed in generale ad ogni stile di vita no-stress. Essendo cresciuto con una forma di HDAD non curata, che del resto quando ero piccolo nemmeno si conosceva, ho trovato nella psicanalisi,in alcuni farmaci e nella meditazione, quella pace che dercavo da sempre. In pratica dopo tanti anni in cui il mio cervello correva più veloce, finalmente ho iniziato ad andare alla stessa velocità degli altri ed è meraviglioso accorgersi di quello che ci circonda ed avere il tempo di apprezzarlo.

Cosa è la HDAD

La HDAD, abbreviazione di "Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività", è una condizione neurologica che colpisce principalmente i bambini, ma può persistere anche in età adulta. È caratterizzata da sintomi di inattenzione, iperattività e impulsività che possono influire sul funzionamento quotidiano e sulle relazioni sociali.

Le persone con HDAD possono avere difficoltà a mantenere l'attenzione su compiti o attività, essere facilmente distratte e commettere errori di disattenzione. La loro impulsività può manifestarsi attraverso interruzioni frequenti, parlare eccessivamente o prendere decisioni senza valutare completamente le conseguenze.

La componente iperattiva si manifesta con un'energia e una vivacità eccessive, movimenti eccessivi, difficoltà a rimanere seduti o in posizioni statiche per lunghi periodi di tempo.

La HDAD può variare in gravità e i sintomi possono influenzare diversi aspetti della vita quotidiana, tra cui il rendimento scolastico, il lavoro e le relazioni personali. Tuttavia, con l'adeguato sostegno, come l'intervento educativo, la terapia comportamentale e, in alcuni casi, l'uso di farmaci, molte persone con HDAD possono gestire i loro sintomi e raggiungere una buona qualità di vita.

La meditazione come parte della terapia

Una delle sfide principali per le persone con HDAD è la difficoltà a mantenere l'attenzione e la concentrazione. La meditazione può aiutare a coltivare queste abilità, allenando la mente a focalizzarsi sul momento presente e quindia ttraverso la pratica regolare, è possibile sviluppare la capacità di resistere alle distrazioni e di rimanere concentrati su un unico obiettivo.

Inoltre, la meditazione è nota per i suoi effetti benefici sullo stress e sull'ansia. Le persone con HDAD spesso sperimentano elevati livelli di stress, che possono peggiorare i sintomi del disturbo. La meditazione offre uno spazio di tranquillità in cui è possibile rilassarsi, ridurre l'ansia e alleviare lo stress accumulato.

La pratica meditativa favorisce anche l'acquisizione di consapevolezza di sé e del proprio stato mentale. Questo è particolarmente rilevante per le persone con HDAD, che possono trovare difficoltà nel riconoscere i propri schemi di pensiero e comportamentali. La meditazione consente di osservare i propri pensieri, emozioni e sensazioni fisiche in modo non giudicante, permettendo di sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie reazioni.

La regolazione emotiva è un altro aspetto cruciale per chi vive con HDAD. La meditazione può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza delle emozioni, consentendo di riconoscerle e gestirle in modo più efficace. Oltre a ciò, la pratica meditativa contribuisce a migliorare la resilienza mentale.

Remare per meditare

Le forme di meditazione classiche sono ovviamente un grosso problema per chi, come me, soffre di HDAD perchè rimanere fermi un una posizine precisa per molto tempo è davvero difficilissimo. Lo Yoga, quello dinamico è forse il solo modo in cui sono riuscito a comprendere a pieno il concetto di meditazione ma da quando ho iniziato a fare canottaggio, è cambiato tutto. 

Il canottaggio è una pratica che va ben oltre l'attività fisica, portando veramente ad uno stato di meditazione e tranquillità assoluta perchè richiede concentrazione, equilibrio e controllo del respiro, offrendo così una piacevole esperienza che coinvolge mente e corpo in modo armonioso.

Immagina di trovarti su una barca, immerso in un lago calmo, dove l'acqua si muove dolcemente sotto la barca. Ti avvolge una sensazione di pace mentre i tuoi remi affondano nell'acqua con un movimento fluido e cadenzato. Il suono della tua respirazione,quello dei remi si uniscono al battito del tuo cuore e allo sciabordio lieve dell'acqua sotto la chiglia. Ogni remata diventa un'opportunità per lasciare andare il caos della mente e immergerti nel momento presente. Il qui ed ora.

Non è facile, ma concentrarsi sulla sensazione dei tuoi muscoli che si contraggono e si allungano, mentre controllandone il sincronismo, voghi con grazia e potenza è una forma di meditazione fantastica. Spesso faccio dei lunghi tratti ad occhi chiusi, provando solo a "sentire" la barca e trovando l'equilibrio fisico e mentale. La concentrazione è massima, la respirazione cadenzata ed il core contratto ma allo stesso tempo il corpo è rilassato. E' una sensazione difficile da spiegare.

Tutto il corpo si sincronizza con il ritmo costante e regolare del ciclo di voga, creando una danza armoniosa con l'acqua. Il movimento diventa automatico, come se il corpo sapesse esattamente cosa fare senza bisogno di pensieri o sforzi consci. Questo fluire libero e senza sforzo ti permette di svuotare la mente e di raggiungere uno stato di calma interiore impareggiabile. E anche se qualche onda ariva a diturbare, si fa come con i pensieri; se ne prende nota e la si lascia scemare.

Mentre il paesaggio scorre lentamente intorno a te e la riva si allontana, lasci che i tuoi pensieri vaghino liberamente. Puoi riflettere sulle tue esperienze, analizzare le sfide che hai affrontato durante la giornata, focalizzare i tuoi obiettivi ed il tuo futuro o semplicemente goderti l'armonia della natura circostante. Il canottaggio diventa un momento di solitudine pacifica, in cui puoi coltivare la tua connessione con te stesso e con l'ambiente che ti circonda. 

Anche quando si è su barche multiple, come per esempio stamattina in doppio con il buon Yannis, in barca non si parla, ci si concentra sul ritmo ipnotico della voga e si apre bocca solo quando ci si devono dare delle indicazioni. Il che accade molto raramente perchè inspiegabilmente, se tutti remano con lo stesso approccio mistico, è come se si fosse un tutt'uno con la barca ed il resto dell'equipaggio.

Il trezo occhio che guarda dall'altra parte

La sensazione di essere sospeso tra il cielo e l'acqua crea una prospettiva unica sulla vita. Le preoccupazioni quotidiane sembrano svanire, sostituite dalla consapevolezza dell'istante presente e dalla connessione con l'acqua e da li con tutto l'universo. La mente si calma e si libera da pensieri intrusivi o stressanti e la voga diventa un'oasi di serenità in cui puoi rifugiarti per un po', lontano dalla frenesia e dalla confusione del mondo esterno.

Il canottaggio, come sappiamo, è uno sport che coinvolge principalmente il corpo fisico, la forza muscolare, la coordinazione e l'equilibrio. Non c'è una connessione diretta tra il canottaggio e il cosiddetto "terzo occhio", che del resto è un concetto simbolico presente in molte tradizioni spirituali e filosofiche e si riferisce a un'ipotetica capacità di percezione extrasensoriale o di intuizione profonda, associata al chakra del sesto punto energetico nel sistema di chakra induista.

Ma sebbene il canottaggio in sé non abbia un impatto diretto sul cosiddetto "terzo occhio", o quanto meno non vi sono studi sui suoi effetti sulla ghiandola pineale, che è poi il terzo occhio, il fatto di dover percepire la barca e tutto quello che ti sta intorno andando "in retro" ti fa sentire come se veramente il tuo "terzo occhio" ti indicasse le direzione, oltre alle boe che non sempre sono li a tracciarti il percorso.

Un privilegio di qui essere grati

Il canottaggio non è uno sport per tutti, non tanto per il costo delle attrazzature, quanto perchè richiede veramente un approccio disciplinato e determinato per poter dare dei risultati che non sono tnato quelli sportivi in se, ma il fatto di gestire barca ed acqua come se si fosse una cosa sola e ciò è esattamente lo scopo della meditazione,. ovvero contemplare la connessione che ognuno ha nel momento presente con ciò che ll circonda.

Quindi, non posso che ringraziare di avere avuto questa opposrtunità, nata da un disagio psicologico non curato senza il quale, oggi, non sarei qui a scrivere di quanto remare sia terapautico e porti ad uno stato superiore di consapevolezza.

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