Gare, Cash Cows, Experience e finti principianti

 

Gare, Cash Cows, Experience e finti principianti

Photo Credits: Adobe Photo Stock

Siamo quasi a fine anno. non vuoi farlo un post polemico sulle gare che, dopo il Covid, sono tornate in questo 2023 a pieno regime. E, bada bene, in un certo senso scrivo contro il mio interesse, essendo a mia volta coinvolto nell'organizzazione di alcuni eventi.

Il concept di "cash cow", letteralmente "mucca da mungere", si applica in ambito business a prodotti o servizi in grado di generare profitti costanti grazie ad un elevato volume di vendite con limitati investimenti.

Qualcuno ha sollevato il dubbio che questo modello venga applicato anche in alcune competizioni sportive dilettantistiche. In particolare, nell'ambito del fitness funzionale, dove sono state create negli anni categorie "Experience" dedicate ad atleti meno esperti. Una pratica iniziaate con gli "open" di CrossFit e prontamente emulata da molti organizzaotgri di gare.

Di per sè l'intento è lodevole: consentire a tutti di competere contro avversari del proprio livello ed avvicinare nuove persone a questa disciplina, fando provare loro "il sapore del floor". L'ho messo tra virgolette perchè effettivamente si tratta di una citazione uscita fuori durante un brainstorming in cui si cercava un nome da dare a tutti questi principianti. E posso assicurare che ch dubita fa molto bene.

Atleti o Bancomat?

Alcuni segnalano che il numero molto elevato di questi atleti "Experience", che costituiscono la maggioranza dei partecipanti in molte gare e le quote di iscrizione richieste, fanno sì che diventino una significativa fonte di guadagno per gli organizzatori. IL che di per se non è sbagliato.

Si però quindi un legittimo dubbio: questo modello viene applicato principalmente a scopo di lucro o a beneficio degli atleti? I costi di iscrizione sono commisurati ai servizi offerti durante la competizione? I proventi vengono reinvestiti per migliorare l'esperienza dei partecipanti? Quanto l'organizzazione dimostra di considerare gli atleti come clienti da curare e soddisfare o come semplici bancomat?

I finti experience

generalmente negli sport o uno sa fare quello che gli si chiede di fare, oppure non gareggia. Nel fitness funzionale, invece, esiste questo concetto di scalare i workout che, a causa delle tantissime abilità richieste e dei movimenti sempre più complessi, fa si che molti atleti si iscrivano a delle categorie "minori" in modo da poter aumentare le loro chanche di ottenere dei buoni risultati. 

Il risultato è questi sempre una serie infinita di polemiche contro che, in modo irrispettoso, sceglie questo comportamento anti sportivo. Per fortuna alcune competizioni stanno ultimamente adottanto dei criteri di valugtazioni diversi che non vanno nella direzione delle categorie legate all skill degli atleti, ma si basano su altri criteri.

Criticità riscontrate

Alcune testimonianze segnalano purtroppo alcune falle nell'approccio adottato da certe competizioni:

  • Categorizzazione imprecisa degli atleti, con livelli di abilità troppo diversificati negli stessi gruppi
  • Servizi e organizzazione non all'altezza delle quote di iscrizione richieste
  • Scarsa trasparenza sui costi e sulle modalità di impiego dei proventi delle gare

Queste criticità rischiano di compromettere lo spirito sportivo, la correttezza della competizione, la soddisfazione degli atleti e, alla lunga, la credibilità stessa di questo movimento.

Soluzioni proposte

Per ovviare al problema ed evitare derive speculative, si potrebbero adottare alcuni accorgimenti:

  • Definire categorie di livello più omogenee, con range di punteggi ridotti
  • Quote di iscrizione proporzionali alle reali necessità di copertura spese ed al servizio offerto
  • Trasparenza sui costi organizzativi e sulla destinazione dei proventi delle gare
  • Investire parte dei ricavi per migliorare i servizi ai partecipanti tipo giudici preparati, docce e servizi, aree warm-up idonee, servizi catering adeguati, posteggi e via discorrendo.

L'auspicio è che, grazie al buon senso degli organizzatori e alla responsabilità di chi pratica questo sport, si possano prevenire e correggere eventuali storture, tutelando il divertimento e la lealtà che devono contraddistinguere una sana competizione. 

Ed il consiglio è quello di analizzare bene se quento richiesto per partecipare alla gara sia proporzionale al servizio ottenuto e farsi due conti in tasce per vedere se vale la pena spendere soldi per partecipare ad un evento solo per avere la fotina con la faccia sofferente sul floor. 

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