17 Maggio, 2022   Business - Tempo di lettura circa 5 minuti.

Ma la community esiste davvero?

 

Ma la community esiste davvero?

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Uno dei cavalli di battaglia di CrossFit è la “community” ma guardando quello che accade spesso nei Box viene da domandarsi se esiste davvero o sia solo un concetto. Partiamo dal fatto che una comunità non è solo allenarsi insieme; quello è allenamento di gruppo, come ad esempio Step o Zumba. La comunità è un’altra cosa che si basa sull’aiuto reciproco, sulla condivisione, la solidarietà di tutti verso tutti ed è inclusiva, composta da persone che condividono gli stessi valori e gli stessi sforzi per avere successo. Una comunità non è solo allenarsi insieme e fare grigliate o aperitivi. Ne parlai qualche tempo fa ed ora torno sull’argomento che è sempre critico.

E invece no.

Il livello più grande di comunità riguarda i vari Box, ovvero le palestre, che in teoria dovrebbero essere solidali tra loro ed orientati a diffondere la pratica del CrossFit e delle discipline in esso contenute, raggiungendo il maggior numero di persone possibile, anche e soprattutto con iniziative congiunte sul territorio. 

E invece, la maggior parte dei Box, nonostante predichi bene e si faccia vassallo della comunità, finisce con il razzolare male ed attuare, per esempio, boicottaggi verso i Box vicini che vanno dalla stupida abitudine tutta Italiana di farsi la guerra sul costo degli abbonamenti a vere e proprie operazioni denigratorie del vicino di casa.

Molti ancora non hanno capito che il nemico, se può esistere un nemico in un mercato libero, non sono gli altri Box simili, ma tutte le altre palestre ed attività che si propongono come alternative. E così, invece di fare davvero comunità, se non addirittura cartello, i Box finiscono con lo sputtanarsi a vicenda credendo di fare retention.

E lo dico con cognizione di causa dato che quando chiedo ai proprietari delle palestre di fare un’analisi della concorrenza, escono fuori quasi sempre cose che di oggettivamente analitico hanno ben poco ma sono più orientate a screditare in stile portinaia stizzosa. Il punto è che le loro impressioni sono poi trasferite agli utenti con l’intento di far capire loro quanto sono fortunati ad essere lì e non da un’altra parte.

Insomma, di base c’è sempre questo astio ingiustificato ed ingiustificabile che è quanto di meno vicino ad una comunità possa esistere. E francamente, quando sento qualcuno magnificare la comunità lo trovo piuttosto ipocrita. Scagli la prima pietra che è senza peccato.

Dentro al Box

A livello di Box, diciamo locale, ci si aspetterebbe che le persone fossero unite nella condivisione del loro sport-non-sport preferito e che oltre a darsi mutuo sostegno, fossero anche impegnate a sostenere l’associazione sportiva in cui si allenano, insieme ai suoi allenatori, istruttori e gestori. Ma ahimè, anche qui le cose non vanno esattamente come ci si aspetta. Il Box è di tutti, fino a quando fa comodo ed è facile prendere le distanze con la stessa facilità con cui si cambiano la mutande.

Troviamo quelli che giurano fedeltà assoluta al “coach” con post strappalacrime sui loro profili social, che poi abbandonano e tradiscono solo perchè l’abbonamento è aumentato di dieci euro, senza nemmeno chiedersi o chiederne il motivo. La prendono sul personale, quasi fosse un insulto.  Che poi non è tanto per i dieci euro, quanto per il fatto che se fossero davvero convinti di essere parte di una comunità, questi tizi, contribuirebbero molto di più che non solo presentandosi alle classi e sparire a fine WOD.

Un po’ come quelli che si professano tuoi amici e ti dicono che se hai bisogno di una mano devi solo chiedere e nel momento in cui serve davvero, sono irreperibili o tirano fuori mille scuse. In compenso, spesso, ci sono i gruppetti, capeggiati, o meglio fomentati da questo o quell’elemento, sempre pronti a criticare tutto e tutti: da quello che “dopo due anni ancora non ha i double unders” al trainer che “quando fa la classe questo qui, non si capisce niente”.

Credo di non aver mai assistito a tanti modi per essere passivo-aggressivi e manipolatori, di quelli che ho visto nei Box. E ne ho visitati tanti di Box. Abbiamo il capetto che ricatta il “Box Owner” minacciando di portarsi via il suo gruppetto di aficionados se non fa come dice lui, abbiamo il vendicativo che si è legato al dito un episodio, peraltro insignificante, che lo ha messo in imbarazzo e quello che è contro tutto e tutti a prescindere. E ciò solo per fare degli esempi.

E questa sarebbe una community?

Dimostratemi che sbaglio. Ditemi che le persone non sono tutte mosse solo dal proprio interesse, ditemi che non ragionano solo per il proprio vantaggio personale e che c’è ancora qualcuno che oltre a parlare, si comporta davvero come se si trovasse in una community o in una famiglia se preferite, perchè quello che vedo, soprattutto ultimamente, non solo non mi piace ma credo che non abbia proprio nulla a che vedere con una community. Anzi, come diceva un mio caro amico: “la community non esiste”. Mi sa che aveva ragione. Ed è un peccato perchè in altre realtà è una risorsa preziosa. E nel vostro Box, come siete messi?

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