Come è cambiato il CrossFit negli ultimi 10 anni

 

Come è cambiato il CrossFit negli ultimi 10 anni

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Tempo fa chiesi ad un Box Owner: “Ma secondo te com’è cambiato il CrossFit negli ultimi 10 anni?” Li per li non mi rispose ma dopo un anno mi ha inviato una lunga E-Mail con la sua risposta, che voglio condividere con voi perchè credo sia un ottimo spunto di riflessione e confronto. Siccome so che odiate leggere, ho riassunto il testo nel modo più conciso e chiaro possibile.

“Ciao coach,

il 26 luglio 2021 mi facesti una domanda; mi chiedesti cosa secondo me è cambiato nel mondo del CF italiano negli ultimi dieci anni. Sul momento, non avevo ben chiaro cosa fosse realmente cambiato, quale fosse la strada che sta prendendo il nostro sport.

Esattamente 10 anni fa, il 2 settembre 2012 presi il mio L1. Come tanti, mettevo il naso ufficialmente in questo mondo. MA, c’è un MA enorme. Arrivavo da 20 anni di vita da atleta nel rugby, di cui 8 passati tra serie B e 2 promozioni in serie A. Due anni nella nazionale dei Vigili del Fuoco e campionati nazionali giocati in 4 squadre diverse. Quindi, un minimo di sport (poco) lo masticavo già. 

Taglio corto il mio CV sportivo, con 4 anni come preparatore atletico in un club di rugby professionistico con una promozione dalla serie A all’Eccellenza, il massimo campionato italiano, e 60 ragazzini iscritti in un’accademia privata. Se tralasciamo la continua formazione tra corsi, lezioni, seminari ecc ecc, restano “solo” una montagna di libri letti e riletti tutti gli anni.

Non scrivo questo per lucidarmi la cappella, ma per capire quale cazzo di motivo spinge il crossfitter medio a comperare un programma on line e allenarsi da solo in open gym, 5 giorni la settimana. Dopo 6 mesi che fa classi di CrossFit.

Questa, secondo me, è la strada che lentamente sta prendendo il CF italiano.

Gli allenatori della prima era, avevano a disposizione “solo” materiale di studio nato per lo sport in generale (Periodizzazione dell’allenamento sportivo, Bompa) o i vecchi manuali di atletica (ho 2 bellissimi libri di Carlo Vittori). 

Erano gli anni in cui tutti dovevano avere il DCSS di Iron Paolo Evangelista, ecce cc. La forza l’insegnava Gruzza e le Kettlebell erano il regno di Biasci.

Questi manuali, insegnavano le basi degli allenamenti, valide per ogni sport. Su quelle pagine ci sono le regole fondamentali per costruire atleti di qualunque tipo, COMPRESO IL CROSSFIT, che è una somma di tante discipline. Si definiscono i tipi di forza, si spiega bene come allenarle, come ciclizzarle, come testarle.

Voltiamo pagina. Passano gli anni e ci rendiamo conto che offrire dei momenti di allenamento extra classi, è fondamentale per la crescita, il miglioramento dei primi atleti, dei clienti che desiderano qualcosa in più. Ecco che il mio box inizia ad aprire le porte anche nei momenti tra le classi.

Beh, solo ora mi sto rendendo conto di cosa sta succedendo.

Abbiamo una manciata (circa il 15%) di clienti che stanno letteralmente snobbando le classi. Nello staff abbiamo un coach con il titolo di Strong first Kettlebell Instructor (oltre che svariati titoli presi in tutto il mondo, L3 ecc ecc). Abbiamo un pesista che è sempre sul podio agli italiani, ci sono io… Insomma, uno staff a mio parere, di tutto rispetto. 

Organizzo Special class ogni 2 mesi, ma niente. I miei “competitor” non ne hanno bisogno. Si sentono arrivati perché, che ne so, si sono qualificati alle finali del Polpetta Throwdown, categoria seghe. E credo che questa sia una tendenza abbastanza diffusa. 

Spesso vengono turisti ad allenarsi da noi per fare il loro programma. Cioè… il PROGRAMMA è diventata la bibbia del crossfitter. Il programma è FONDAMENTALE, a quanto pare, per sopravvivere. Trenta minuti di mobility e warm up, un ora di “forza”, le skills e il conditionig TUTTI I GIORNI. E poi… hanno sempre una scusa per giustificare dei piazzamenti penosi.

E di chi è la colpa? Sicuramente anche mia, che non mi sono accorto di questa deriva, ma credo (e ho paura) che sia una normale conseguenza di quello che è la nostra società. Tutto veloce, tutto subito. 

 

Tutti sono “coach”, con un week end di L1, qualche tutorial su You Tube, tatuaggi, social e TAC! Il miglior coach d’Italia è confezionato. Una buona app, 20 euro al mese e chiunque, CHIUNQUE ha a disposizione il programma di Migliorini, Anderloni, e compagnia bella. 6 giorni di lavoro al giorno e almeno 12 o 15 WOD a settimana. E quindi, chi ascolta più il coach del box? Perché ascoltare un istruttore di Kettlebell? Perché spendere mesi di condizionamento per preparare legamenti e tendini agli HSPU? Chi se ne frega di imparare a saltare su un box, quando si può fare un box step over??? Forza esplosiva, reattiva, reattiva elastica. Secondo me il 90% dei coach arrivati negli ultimi 3 o 4 anni non hanno minimamente idea di cosa siano, come riconoscerle, allenarle e soprattutto testarle.

Arrivo a conclusione del mio pezzo da boomer.

Percepisco un’arroganza diffusa nei box, ultimamente. Nelle chat, tra i coach, tra gli owner. Siamo circondati da ex clienti, magazzinieri, o ex palestrati che diventano improvvisamente coach. Gente vuota, senza reali competenze, che vende o consiglia programmazioni immensamente esagerate e generalizzate. E questa cosa sta succedendo anche tra i “competitor” di livello nazionale.

Ma mai MAI ho sentito un atleta, o un coach fare un minimo di auto analisi.

Nessuno si è mai chiesto quante ore di allenamento sono state spese per fare… che ne so… FRAN in 5 minuti? Abbiamo ormai clienti che si allenano da un paio di anni per conto loro e ancora son felici di qualificarsi alla gara della salsiccia nella categoria schiappe. Una media di 500/600 ore di allenamento e ancora front squat da 100 chili E BASTA, 20 PULL UPS unbroken e son felici. Io a 20 anni (ne ho 40 oggi) ne ho fatti 18 ad un test a Parma, senza kipping, senza stamina, senza resilienza, paracalli, orpelli vari.

Si è persa ormai di vista la costa, in questo viaggio. Non voglio dire che si debba restare sempre ancorati in porto, perché altrimenti non si va da nessuna parte. Ma tu, quanti coach di CrossFit conosci che vanno ai corsi della Scuola dello Sport del CONI???(è solo un esempio). Quanti coach vengono ai tuoi corsi? 

Sono corsi UTILISSIMI, tenuti da persone che hanno ottenuto risultati veri e tangibili a livello internazionale! Io frequento da anni quell’ambiente, che per primo ha diffuso la conoscenza sportiva promuovendo corsi e seminari con allenatori di squadre nazionali pluripremiate. Sai quanti colleghi crossfitter vedo a quei corsi? 

ZERO. Resto poi sempre allibito di come qualcuno si permetta di scrivere dei programmi di allenamento di CF senza aver letto libri o seguito seminari di approfondimento di tematiche ovvie per il mondo dello sport pre-crossfit. I coach, i clienti, gli “atleti” discutono di cose che non hanno mai realmente visto o approfondito.

Dove finirà il CrossFit, se va avanti così? 

Credo i box stiano retrocedendo a centri fitness. Dove le ore di lezione saranno ridotte all’osso e ci saranno sempre più “professori” che si allenano da soli. Il mio timore è proprio questo. Ed è per questo che ho deciso di scriverti. Esco da pesanti litigate con dei clienti e con un mio coach, i quali non comprendono il pericolo e l’inutilità di allenarsi da soli. E ho 3 clienti che ora, senza alcuna ambizione agonistica, ritengono più utile allenarsi da soli fuori dalle classi. Gente che fa CrossFit da un anno, ma vedi te dove siamo finiti… Non mi resta altro che tagliare quei rami secchi e rimettere il box in carreggiata. So che il rischio è quello di andare controcorrente, ma è più forte di me.

Grazie della pazienza, ciao coach!

Come sempre i vostri commenti sono i benvenuti.

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