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venerdì, 08 Gennaio 2021 / Pubblicato il Il business del fitness

Adesso siamo in una zona gialla potenziata

Adesso siamo in zona gialla potenziata

Questa cosa della pandemia sta prendendo dei risvolti a dir poco Kafkiani. Le regole imposte alla popolazione sono spesso contrastanti e prive di ogni logica, come se ogni decisione venissa presa a caso da un bambino di 5 anni. Basti pensare al delirio degli spostamenti durante le feste ed il caos dei colori che ora assumono anche sfumature diverse. Ma seriamente adesso siamo in una zona “gialla potenziata?” Cioè ocra?

La cosa inquietante è che, a quanto sembra, tutti i sacrifici fatti non stanno portando ad alcun risultato. L’indice RT continua a salire e la nazione funziona a singhiozzo. La cosa ancora più inquietante è che non si tratta solo di un problema Italiano ma anche di tanti altri paesi e viene quasi da pensare che molti governanti ed i loro consiglieri non abbiano la minima idea né di quello che stanno facendo, ne tantomeno di come gestire la situazione.

Comunicazione insufficiente

Osservando tutta la faccenda dal punto di vista della comunicazione, il voto che penso di esprimere è una grave insufficienza e non per colpa dei media che, in definitiva, riportano seppur a modo loro, le comunicazioni ufficiali e devono anche fare audience. 

L’insufficienza la do a chi governa, per la totale mancanza sia di trasparenza, sia di rispetto. E’ facile pensare di controllare le persone creando panico ed incertezza e noto l’applicazione esemplare delle teorie di Bernays e di Overton. 

Dove sono finiti i leader forti che infondono speranza alla persone e le motivano ad accettare i sacrifici? Che tipo di leadership è quella che invece di motivare, preferisce reprimere? Dove sono finite la coerenza e la trasparenza da parte di persone che, in definitiva, sono al nostro servizio e dovrebbero agire nel nostro interesse? Qualcosa non torna e non c’è da stupirsi se poi i complottisti trovano terreno fertile per le loro teorie.

Quello che voglio dire è che pur comprendendo la complessità della situazione, non ne comprendo la gestione e le relative conseguenze. A forse non ci riescono nemmeno i governanti che vedo più impegnati a fare i soliti giochini di potere, al posto di dimostrare un minimo di interesse per la popolazione che rappresentano. 

Perchè diciamocelo, è facile fare demagogia e populismo promettendo e/o invocando aiuti economici per questa o quella categoria, tirare in ballo cifre a millemila zeri, ma sappiamo anche che il problema è tutt’altro, ovvero quello di rimettere le persone in grado di lavorare e non trasformare ristori e sussidi nel modo per poter comprare da mangiare ai propri figli.

Il Turismo, lo spettacolo, la ristorazione in certa misura e lo sport stanno pagando duramente il conto dell’impossibilità di intrattenere attività sociali, anche laddove queste possano essere condotte in totale sicurezza. Se andiamo a vedere tutte le norme igieniche e di prevenzione inserite in questi settori, è chiaro che la probabilità di contagiarsi è molto inferiore rispetto a quella di un’attività “essenziale” dove queste norme sono molto meno rigide.

Ma allora va davvero tutto bene.

Tuttavia, dando un occhio ai media, pare che ora le priorità del Governo siano altre, quasi che questo protratto momento eccezionale, sia diventato la normalità e quindi si va avanti a fare politica, giochi di palazzo e di potere, come se non fosse successo nulla. Tanto adesso ci pensano i vaccini a risolvere tutto.

Dispiace vedere che tutti questi operatori di sport, turismo e cultura, siano ormai quasi del tutto scomparsi anche dalle notizie, come se i loro problemi di sopravvivenza fossero risolti o come se magicamente fossero tutti spariti e riassorbiti dal sistema. 

Sfortunatamente non è così, poichè ad esempio chi opera in palestre, associazioni sportive o centri sportivi, è vivo e vegeto e si domanda quando potrà iniziare di nuovo a lavorare, non solo per sfamare la propria famiglia, ma anche per portare nella vita delle persone benessere, gioia, movimento e salute, sia fisica, che mentale.

Ora quello che mi chiedo è se sia così impossibile riuscire a trovare dei protocolli che permettano di tornare ad allenarsi, praticare sport, andare al cinema o in vacanza in sicurezza tali da essere ancora più sicuri di quelli adottati finora. 

Per inciso, da agonista master ho avuto la possibilità di allenarmi in tutto questo periodo e nonostante la mia non giovane età, che mi colloca nella fascia a rischio contagio, sto bene. Anzi se non fosse per l’aspetto psicologico di tutta la vicenda starei meglio del solito. Ho fatto anche un podio venti giorni fa e a 57 anni ho una forma che fa invidia ai 40enni.

Ora se lavarsi le mani, tenere la mascherina anche durante l’allenamento, disinfettare tutto come un disperato, non usare gli spogliatoi, mantenere le distanze dagli altri atleti e tutte le altre precauzioni non sono sufficienti, troviamone delle altre. 

Però non venitemi a dire che la soluzione è quella di consentire solo lezioni individuali perché poi diventerà che al cinema il film lo puoi vedere solo se sei con i congiunti e al ristorante mangeremo rigorosamente da soli.

E se trovassimo un modo?

E qui mi rivolgo al buon Vincenzo “Vinnie” Spadafora, che io personalmente stimo molto per il lavoro fatto in Unicef e per il suo impegno sociale con i giovani nelle sue cariche precedenti, ma anche al ministro della Cultura Franceschini, che non conosco ma credo che in quanto Ministro dovrebbe avere a cuore la cosa. 

Davvero non si trova il modo di far tornare queste persone al lavoro? O è solo una questione politica che vi impedisce di agire nell’interesse dei vostri cittadini? Perchè io capisco l’esigenza di proteggere la salute di tutti e che il Ministro della Salute ed i suoi scienziati del CTS, abbiano la priorità, ma mi rifiuto di pensare che non ci sia una soluzione per salvare capra e cavoli.

Magari la sto facendo facile e sono un ingenuo, ma sinceramente, a parte i proclami e le dichiarazioni ai media sui “ristori” non mi sembra di vedere che ci sia tutto questo impegno per far ripartire almeno in parte le attività. E se mi sto sbagliando, per favore, qualcuno mi spieghi meglio così che possa cambiare idea e farmi una ragione del perché molte situazioni di maggior rischio contagio, ad esempio i mezzi pubblici o il movimento prodotto dalla scuola, sono invece pienamente operative.

Non cambierà nulla ma almeno non mi sentirò più frustrato per non essere in grado di capire. E come me, immagino tanti altri.

My unrequired two cent

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